L’azzardo del portiere in attacco: quando paga e quando no
Immagine: Imago – www.goal.com.
Minuti di recupero, un giocatore della squadra in svantaggio si appresta a battere un calcio d’angolo, ma ad un certo punto interrompe la sua corsa per permettere che un pittoresco soggetto, che indossa una maglia diversa dalle altre, termini la sua corsa verso l’area di rigore avversaria, portandosi sulle spalle anche le disperate speranze della propria tifoseria, e le ansie e le paure di quella avversaria.
La corsa del portiere verso l’area di rigore avversaria è senza dubbio uno dei momenti più poetici e particolari nel giuoco del calcio, almeno per uno spettatore neutrale, ma anche uno dei più sportivamente drammatici, in quanto due tifoserie sono in equilibrio precario su un sottile filo invisibile, ed una bava di vento potrebbe farle cadere nella gioia o nella disperazione sportiva.
Questa mossa disperata porta l’ovvio beneficio di avere un uomo in più in area di rigore, ma, secondo alcuni, la sua funzione ancora più importante è quella di calamitare sul portiere l’attenzione della difesa avversaria, che quindi potrebbe rivelarsi meno concentrata nel marcare gli altri giocatori di movimento.
Quando si sta perdendo - se la differenza reti non ha grande rilevanza - o quando un pareggio o una vittoria risicata non bastano, magari per passare il turno in una competizione ad eliminazione diretta, mandare il portiere in attacco sull’ultimo calcio d’angolo o di punizione è una scelta razionalmente quasi sempre impeccabile, perché perdere con un goal in più di scarto cambierebbe poco, mentre un pareggio o una vittoria potrebbero fare la differenza.
La storia del calcio è relativamente piena di portieri diventati famosi più per qualche goal nei minuti di recupero, che per le proprie parate, e tali goal hanno spesso fatto dimenticare alcuni loro grossolani errori. Fra i portieri goleador che ci vengano in mente, ricordiamo, in Italia, Michelangelo Rampulla, Massimo Taibi, Franceso Toldo e Marco Amelia (in Coppa UEFA), ma, col senno di poi, uno dei più importanti è stato lo spagnolo Andrés Palop, che, negli Ottavi di Finale della Coppa UEFA 2006/07, con un suo goal permise al Siviglia di raggiungere i supplementari contro la Shakthar Donestsk, condizione necessaria per passare il turno, e, pochi mesi dopo, alzare la Coppa al cielo.
Ma, nelle ultime partite di Campionato, quando la tua squadra sta pareggiando ed avresti bisogno di una vittoria per avere maggiori possibilità di promozione nella categoria superiore (o di salvezza o di qualificazione a qualche Coppa), ma al tempo stesso una sconfitta peggiorerebbe ulteriormente la situazione in classifica, la scelta per un allenatore è tutt’altro che semplice, ed il rischio è molto difficile da calcolare.
Nelle prossime pagine andiamo a vedere due recenti casi, con esiti opposti !
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