James McClean: niente Poppy, sono Irlandese !
Immagine: Gareth Copley/Getty Images.
Nel secondo weekend di Novembre tutti i calciatori professionisti scesi in campo in Gran Bretagna portavano sulla maglia un Poppy, un simbolico papavero rosso, in occasione del Remebrance Day (nel caso foste all’oscuro di questa ricorrenza, ve ne parliamo più avanti).
Tutti tranne James McClean, ala della Nazionale irlandese nativo di Derry, città (di confine) dell’Irlanda del Nord con una forte presenza di irlandesi cattolici e repubblicani e teatro di forti scontri e divisioni in passato, che in parte permangono tutt’ora; cresciuto nella squadra locale, il Derry City FC (vi avevamo già parlato di questo club, e delle difficoltà che ha dovuto affrontare in passato, in questo articolo), nel 2011 è stato venduto al Sunderland AFC per £ 350.000 (cifra record per il calcio irlandese), che, dopo due stagioni, lo ha ceduto al Wigan Athletic, dove milita tutt’ora.
James, che dopo aver militato nella Nazionale Under 21 dell’Irlanda del Nord aveva rifiutato una chiamata in quella maggiore per poter rappresentare l’Eire (convocazione arrivata poco dopo), è uno dei tanti abitanti di Derry di cultura cattolica e repubblicana che vorrebbe vivere in un’Irlanda unita ed indipendente; pertanto, pochi giorni prima dell’incontro di Campionato contro il Bolton Wanderers, ha annunciato che non avrebbe indossato il Poppy tramite una lettera, pubblicata sul sito internet della società, rivolta al suo Presidente, Dave Whelan, poi seguita da un incontro faccia a faccia.
Riassumendo, James McClean ha scritto di rispettare profondamente i Caduti nella I e nella II Guerra Mondiale, alcuni dei quali proprio Irlandesi come lui, e che avrebbe indossato il Poppy se ciò avesse rappresentato solo loro, ma, dal momento che il papavero rosso rappresenta anche le vittime di altri conflitti, agli occhi di un Irlandese, in particolare di uno cresciuto a Derry, anche se nato vent’anni dopo, rappresenta anche le violenze subite dal suo popolo durante i “Troubles” ed in particolare durante il “Bloody Sunday” del 1972, cui gli U2 dedicarono una celebre canzone.
Pertanto, dal suo punto di vista, indossare il Poppy sarebbe stato una mancanza di rispetto verso tali vittime innocenti, non meno grave di quella cui è stato accusato, anche in passato, verso i caduti delle due Guerre Mondiali: il calciatore irlandese si è poi detto pacifico, esente da sentimenti bellicosi o anti-britannici, e speranzoso in un futuro dove tutti possano vivere fianco a fianco in pace, rispettando le proprie diversità politiche e religiose, dicendo infine di essere orgoglioso delle proprie origini e di non poter fare qualcosa che reputasse sbagliato.
Il Presidente del Wigan ha accettato la decisione di James McClean, un po’ meno i tifosi, che, durante l’incontro (in trasferta) con il Bolton Wanderers lo hanno sonoramente fischiato ogni volta che toccava palla: l’ala irlandese non indossò il Poppy neanche due anni fa quando militava nel Sunderland, ed allora ricevette anche minacce di morte per il suo gesto.
Nel caso conosciate poco di questa ricorrenza e tradizione britannica, dovete sapere che il Remembrance Day è l’11 Novembre, cioè il giorno che celebra la Fine della Prima Guerra Mondiale e che, per estensione, ricorda tutti i soldati caduti in ogni guerra: è una data molto sentita in molti Paesi del Commonwealth, in particolare nel Regno Unito, ed anche in alcuni altri di diversa cultura, come Francia e Belgio, mentre negli Stati Uniti viene celebrato, ma in genere è più sentito il Memorial Day.
Tradizione vuole che “all’undicesima ora, dell’undicesimo giorno, dell’undicesimo mese“, il momento in cui l’armistizio iniziò finalmente ad avere effetto sul fronte occidentale, si tengano due minuti di silenzio, che ricordano rispettivamente chi ha perso la vita nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale (prima della fine della II GM si teneva un solo minuto di cordoglio).
Nonostante la ricorrenza cada l’11 novembre, in cui si tengono i due minuti di silenzio, nella seconda Domenica di Novembre si celebra il Remembrance Sunday, durante la quale in tutto il Regno Unito si tengono diverse celebrazioni: inoltre in queste date, e nelle settimane che le precedono, in UK è anche molto diffusa l’usanza di portare alla giacca o alla maglia un “Remebrance Poppy“, un papavero rosso, vero o artificiale che sia, in genere distribuito da associazioni di veterani in cambio di una donazione: in questo periodo di tempo è molto frequente vederlo portato da politici britannici durante apparizioni televisive o durante incontri istituzionali.
Perché proprio il Poppy ? Perché il papavero era solito ricoprire abbondantemente i campi del Belgio in cui si sono combattute estenuanti battaglie, in genere in trincea, che sono costate milioni di vite umane.
Perché rosso ? Perché simboleggia il colore del sangue versato.
Il Remebrance Day, in particolare in Inghilterra, è una ricorrenza molto sentita e molto unificatrice, con una forte connotazione patriottica e di orgoglio nazionale, e non è facile trovare una festa analoga in Italia per fare un paragone, potrebbe essere una sorta di 25 Aprile in Italia, con però un sentimento molto più unitario e patriottico.
Tuttavia il Remebrance Day e l’uso del Rembrance Poppy in altre parti del Regno Unito sono molto meno unitari e molto più divisi: è il caso della Scozia, dove il terzo/la quasi metà indipendentista probabilmente non vede troppo di buon occhio le celebrazioni che in qualche modo richiamano all’unità britannica, e, soprattutto dell’Irlanda del Nord, nella quale i Protestanti e gli Unionisti (categorie che spesso coincidono) sentono molto questa ricorrenza e portano con orgoglio il papavero rosso, mentre i Repubblicani irlandesi ed i Cattolici (categorie che spesso coincidono) difficilmente lo portano, in quanto ai loro occhi simboleggia le violenze e le vessazioni perpetuate ai loro danni anche dall’esercito britannico durante i turbolenti decenni scorsi.
Vi chiederete: perché questo excursus politico-culturale ?
Perché il Remembrace Day si celebra anche sui campi da calcio britannici, in particolare, nelle partite del secondo weekend di Novembre, le squadre osservano prima degli incontri i due minuti di silenzio e scendono in campo con il Poppy apposto sulle proprie divise, mentre sugli spalti i tifosi, se non le società stesse, spesso espongono striscioni per ricordare i militari caduti.
Siete liberi di giudicare se certi cerimoniali durante eventi sportivi siano doverosi, o se utilizzino lo sport per perseguire determinate finalità sociali e/o politiche.
In Scozia tuttavia l’indossare o meno il Poppy sulle divise da calcio ha spesso suscitato polemiche, soprattutto a Glasgow, perché parte dei tifosi del Celtic FC, club fondato da immigrati irlandesi e, in ogni caso, di una generale cultura repubblicana, cattolica ed indipendentista, sono tutt’altro che felici di vedere il papavero rosso sulle maglie dei propri giocatori, e, pertanto, spesso sono stati protagonisti di azioni, più o meno plateali, di disapprovazione, con conseguenti ondate di indignazione pubblica verso alcuni loro gesti: ultimamente la società ha minacciato, o preso, provvedimenti di squalifica a vita dal Celtic Park verso gli autori di eventuali gesti non rispettosi verso il Poppy e la ricorrenza che rappresenta.
Striscione esposto nel 2010 in occasione di una partita contro l’Aberdeen: “Your deeds would shame all the devils in Hell. Ireland, Iraq, Afghanistan. No bloodstained poppy on our Hoops” (Le vostre maniere farebbero vergognare i diavoli all’Inferno. Irlanda, Iraq Afghanistan. Nessun poppy macchiato di sangue sulle nostre strisce). Immagine: www.dailyrecord.co.uk.
Commenti recenti