Scontri & Risse: Serbia – Albania
Serata alquanto movimentata allo Stadio Partizan di Belgrado, dove Martedì sera era in programma l’incontro valevole per le Qualificazioni ad Euro 2016 fra Serbia ed Albania, ma non si può certo dire che siamo stati sorpresi di ciò.
Come ben saprete, i rapporti fra Paesi e Popoli nei Balcani spesso sono alquanto complicati, ed il calcio talvolta diventa una valvola di sfogo per certi dissapori tutt’altro che sportivi: Serbia ed Albania non fanno eccezione, in quanto fra essi vige una contesa riguardante la regione del Kosovo, facente parte della Serbia, ma con una forte presenza di popolazione di etnia albanese, che qualche anno fa aveva originato un sanguinoso conflitto che aveva portato a bombardamenti NATO sulla Serbia ed alla diaspora di molti Kosovari verso il resto dell’Europa.
Qualche anno fa il Kosovo aveva dichiarato la propria indipendenza, che però è riconosciuta solo da alcuni Paesi, ma non da altri, inclusa ovviamente la Serbia, e pertanto lo stato ufficiale di questo territorio è ancora alquanto controverso, tanto che, ad esempio, per tornare a discorsi calcistici (non è nostra intenzione pronunciarci su intricate questioni politiche sulle quali vi sono molteplici punti di vista), ha una propria Nazionale di calcio, che però può solamente disputare incontri amichevoli.
Quando ci sono problematiche di questo tipo, la UEFA solitamente decide di fare in modo che nei sorteggi le Nazionali, o squadre di Paesi in conflitto fra loro, non si incontrino fra di loro (è il caso di Armenia ed Azerbaijan, Russia ed Ucraina, Russia e Georgia e Spagna e Gibilterra), ma non ha ritenuto opportuno di agire in questo modo per Serbia ed Albania: l’unica restrizione per questo incontro riguardava la reciproca assenza di tifoserie ospiti (come avvenuto in passato per Serbia e Croazia), tanto che i biglietti per l’incontro potevano essere acquistati solo presentando un passaporto serbo, il che rendeva quindi possibile la presenza di persone di etnia albanese provenienti dal Kosovo, e pertanto la polizia serba ha minacciato di punire con l’arresto, per intralcio all’ordine pubblico, chiunque si fosse presentato allo stadio con simboli o vessilli albanesi.
Il pre-partita, come era prevedibile, non è stato propriamente all’insegna del fair-play, con l’inno albanese che è stato sonoramente fischiato, usanza purtroppo abbastanza comune anche in Italia, ma la partita è cominciata regolarmente ed il risultato si è mantenuto sullo 0-0 fino al 42′ del Primo Tempo, quando è avvenuto qualcosa di decisamente più insolito e difficile da prevedere.
Infatti un drone, di quelli comunemente in vendita per fare video e fotografie, si è levato in volo all’interno dello stadio, con appesa una bandiera raffigurante da un lato la bandiera albanese e una mappa della “grande Albania”, e dall’altro, da quanto abbiamo appreso, l’immagine di due leader nazionalisti del passato; ovviamente si è levato un coro di fischi dagli spalti.
Il drone è poi finito nelle vicinanze del giocatore serbo Stefan Mitrovic, che, con l’aiuto del compagno Nemanja Gudelj, ha staccato il drappo dal velivolo: questo gesto è stato probabilmente letto in maniera ostile da alcuni giocatori Albanesi, in particolare da Taulant Xhaka (fratello di Granit, Nazionale Svizzero) ed Andi Lila, che si sono lanciati contro i calciatori serbi: inevitabile lo scoppio della rissa, con il contributo anche delle panchine e di alcuni tifosi dagli spalti (solo le curve hanno le barriere).
Dai video finora disponibili, prese da lontano, si capisce poco e si vede solamente un gran parapiglia in mezzo al campo, mentre alcune fotografie ci danno qualche dettaglio in più: in un’immagine si vede un giocatore albanese, l’attaccante Bekim Balaj, attaccato da un tifoso serbo e dal difensore della Fiorentina Nenad Tomovic, oltre ad uno sgabello volante, probabilmente portato in scena dal tifoso, mentre in un’altra diapositiva si vede lo stesso tifoso atterrato dal Capitano dell’Albania Lorik Cana, giocatore della Lazio.
In seguito i giocatori Albanesi sono corsi verso gli spogliatoi, mentre l’arbitro non ha potuto fare altro che sospendere la partita, prima temporaneamente e poi definitivamente, nonostante un trattativa fra forze dell’ordine, calciatori, ed Ivan Bogdanov, in libertà dallo scorso Aprile, proprio colui che aveva dato spettacolo a Genova durante l’incontro fra Italia e Serbia, in cui aveva capeggiato i disordini provocati dai tifosi ospiti, tagliando anche alcune reti di protezione.
Proprio in quella partita i supporter serbi sventolarono uno striscione recante la scritta “Kosovo is Serbia“, forse anche in parte istigati da una bandiera albanese presente sugli spalti italiani, probabilmente portata da alcuni studenti albanesi residenti in Italia.
Secondo la stampa serba il drone non poteva che essere telecomandato da dentro l’impianto, pertanto, non essendoci tifosi ospiti ed, in ogni caso, potendo difficilmente entrare un tale oggetto sugli spalti, non poteva che essere stato azionato da un membro della delegazione della Federazione albanese al seguito della squadra: secondo il quotidiano “Blitz” sarebbe stato il fratello del Presidente dell’Albania (Edi Rama), ma pare sia una notizia priva di fondamento.
Su Twitter proprio Edi Rama si è detto orgoglioso per il comportamento dei propri giocatori, nonché dispiaciuto per la brutta figura fatta dai vicini a livello internazionale per questo show, mentre il Ministro dell’Interno ha scritto alla propria controparte serba chiedendogli di garantire la sicurezza di tutti i cittadini albanesi presenti allo stadio. A Tirana, invece, migliaia di tifosi, che avevano assistito alla partita su maxischermo, si sono diretti all’aeroporto per aspettare l’arrivo dei propri beniamini.
Non sappiamo ancora quali provvedimenti prenderà la UEFA in seguito a questi avvenimenti, possibile una ripetizione o prosecuzione dell’incontro in campo neutro e/o a porte chiuse, in ogni caso aggiorneremo questo post qualora venissero fuori ulteriori novità.
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